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La leggenda della campana d'argento

25 novembre 2014

Una delle più curiose, romantiche – e misconosciute in Italia – leggende biker è sicuramente quella della “GUARDIAN BELL”. La storia presenta diversi punti interessanti, ecco di che si tratta. Su una strada desertica, in Messico, un biker solitario viaggiava di notte, trasportando un sacco pieno di doni per i bambini poveri di una lontana cittadina. Non sapeva, però, che erano in agguato gli Spiriti della Strada, i Gremlins, colpevoli di ogni buca, ostacolo, pezzo di legno o chiodo che su di essa si potesse trovare. I piccoli Gremlins adoravano aggrapparsi alle moto e combinare ogni danno possibile, dall’allentamento dei bulloni alle perdite di olio e carburante. Così, quella notte, i Gremlins fecero cadere a terra il biker solitario, senza per fortuna gravi conseguenze. Mentre si rialzava, al chiarore della luna piena, vide avanzare verso di sé un nugolo di Gremlins inferociti. Il biker gli tirò contro i giocattoli del sacco ma non fecero effetto: trovò una campana e cominciò a farla squillare. Il suono giunse fino a due bikers accampati poco distante che, incuriositi, saltarono sulle moto e si recarono a vedere. Naturalmente lo aiutarono a scacciarli e lui, per riconoscenza, decise di regalargli due campane. Da allora l’uso di attaccare con dei lacci di pelle una campana alla moto divenne tradizione di buon augurio e simbolo della fratellanza e mutuo soccorso tra bikers.

Non si sa quando e chi abbia diffuso questa leggenda ma possiamo comunque, dal racconto, sviscerare alcune cose. Al di là della somiglianza con Babbo Natale del biker portatore di doni, riusciamo a situare temporalmente la leggenda a fine anni quaranta, considerato che prima i Gremlins erano sconosciuti. Essi sono infatti un mito dei piloti da caccia inglesi della Seconda Guerra Mondiale, che davano a loro la colpa di qualsiasi accidente capitasse ai loro aerei. I Gremlins entrarono poi nell’immaginario collettivo grazie ad un libro per ragazzi di Rohal Dahl, ai cartoni animati e ai film degli anni ottanta. Nell’uso comune biker, la campana deve essere d’argento e va regalata, il che fa pensare che questi particolari siano stati elaborati in vista dello sfruttamento commerciale, visto che una qualsiasi campanella attirerà i Gremlins curiosi all’interno, facendoli impazzire poi col suo suono e facendoli cadere rovinosamente in terra, lontano dalla moto. Va ricordato che la tradizione biker vuole la campanella appesa il più possibile vicino al terreno, anche se nessuno di noi avrà da ridire vedendola appesa in altri punti della custom. C’è un motivo particolare però: così facendo si sporcherà più velocemente e il biker, sfregandola per pulirla, dedicherà il tempo ed il pensiero al ricordo affettuoso verso tutti i fratelli caduti sulle strade. In Italia se ne vedono molto poche, sembra più un uso americano, ed è piuttosto difficile trovarle in vendita se non via internet o in negozi specializzati. Nulla impedisce però, al vero fratello biker, interessato alla sostanza anche nel mito, piuttosto che a seguire le mode, di appendersi una qualsiasi campanella trovata dentro casa o su un banchetto di un mercatino, senza aspettare che qualcuno gliela regali o, peggio!, dover andare a raccontare questa leggenda sperando che chi la ascolta venga invogliato a comprargliela! Quindi forza, aprite i vecchi cassetti, magari staccatela al collare del vostro pulcioso e amato cane, o addirittura ridete insieme ad una pinta di birra guardando ad un raduno un arrugginito campanaccio da mucca pericolosamente in bilico tra le barre di una rat bike, ma spaventate a morte i maledetti Gremlins, in nome del Dio della Velocità e alla faccia del Diavolo dei Negozianti…

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